Vino biologico: caratteristiche, produzione e conservazione
Il vino biologico, frutto di pratiche agricole sostenibili e rispettose dell'ambiente, sta conquistando sempre più appassionati. Ma cosa significa esattamente "biologico" quando si parla di vino? Quali sono le differenze rispetto ai vini convenzionali? E come viene prodotto e certificato? Scopriamolo insieme con un approfondimento sui vini di Santa Margherita.
Che cosa si intende per vino biologico?
Un vino biologico è un vino prodotto da uve coltivate secondo i principi dell'agricoltura biologica, un metodo che esclude l'uso di sostanze chimiche di sintesi come pesticidi, erbicidi e fertilizzanti artificiali. Al loro posto, si utilizzano metodi naturali per la difesa delle piante e la fertilizzazione del terreno, come la rotazione delle colture, l'utilizzo di compost, letame e l'introduzione di insetti utili. L'obiettivo è quello di preservare la biodiversità, la fertilità del suolo e la salute dell'ecosistema, garantendo al contempo la produzione di uve sane e di qualità.
Qual è quindi la differenza tra un vino biologico e uno non biologico? La scelta tra vino biologico e non biologico dipende dalle preferenze personali e dalla sensibilità verso l'ambiente e la salute. In generale, il vino biologico è considerato più sano e sostenibile, poiché non contiene residui di pesticidi e ha un impatto ambientale inferiore rispetto al vino convenzionale.
Cosa vuol dire vino organico?
In Italia, i termini "vino biologico" e "vino organico" sono sinonimi e si riferiscono alla stessa tipologia di vino. Entrambi i termini indicano un vino prodotto nel rispetto dei rigidi standard dell'agricoltura biologica, sia per quanto riguarda la coltivazione delle uve che per le pratiche di vinificazione.
È interessante sottolineare che il termine "organico" viene spesso utilizzato come traduzione del termine inglese "organic", che a sua volta è sinonimo di "biologico". Pertanto, non esiste alcuna differenza sostanziale tra vino biologico e vino organico.
Come si produce il vino biologico?
La produzione del vino biologico inizia in vigna, dove i viticoltori adottano pratiche agricole sostenibili come:
- l’utilizzo di fertilizzanti naturali: come compost, letame e sovescio, per nutrire il terreno e favorire la crescita delle piante;
- il controllo delle infestanti: attraverso metodi meccanici, come la sarchiatura o l'utilizzo di sostanze naturali come il rame e lo zolfo;
- la protezione delle piante: mediante l'utilizzo di insetti utili come le coccinelle che si nutrono dei parassiti delle viti.
Anche in cantina, la produzione di vino biologico segue regole precise:
- un uso limitato di solfiti: i solfiti sono conservanti naturali presenti nel vino ma, nei vini biologici, la loro aggiunta è limitata per garantire un prodotto più genuino;
- tecniche di vinificazione non invasive: si utilizzano metodi di vinificazione che preservano le caratteristiche naturali delle uve e del vino, evitando l’impiego di sostanze chimiche aggressive.
Chi certifica il vino biologico?
In Italia, la certificazione dei vini biologici è affidata a organismi di controllo autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Questi organismi verificano che le aziende vitivinicole rispettino i rigidi standard previsti dalla normativa europea e italiana sull'agricoltura biologica.
Le principali certificazioni per il vino biologico in Italia sono:
- la Certificazione Euro-Leaf: è la certificazione ufficiale dell'Unione Europea per i prodotti biologici. Garantisce che il vino sia stato prodotto nel rispetto delle norme europee sull'agricoltura biologica;
- le Certificazioni di organismi di controllo autorizzati: In Italia operano diversi organismi di controllo autorizzati dal MIPAAF, come CCPB, ICEA, Suolo e Salute, Bioagricert, Valoritalia, ecc. Questi organismi rilasciano certificazioni che attestano la conformità del vino ai requisiti del biologico.
I vini bio di Santa Margherita
Santa Margherita, da sempre attenta al tema della sostenibilità ambientale, ha ottenuto la certificazione biologica per alcuni dei suoi vini, tra i quali:
- il Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG "52" Brut: il Prosecco Superiore che celebra le origini di Santa Margherita; nel 1952, infatti, l'azienda produsse il suo primo Prosecco. Oggi, questo vino rappresenta un'importante tappa nel percorso biologico dell'azienda. Le uve provengono da vigneti di proprietà situati nella zona di Conegliano Valdobbiadene. La vendemmia, condotta ogni anno con meticolosa cura, assicura che i grappoli mantengano intatte le loro caratteristiche;
- il Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Rive di Refrontolo Extra Brut: il Prosecco che nasce esclusivamente nel vigneto selezionato del Bagolaro, a Refrontolo. Questo vigneto, che prende il nome dall'imponente albero che ne domina il cuore, si presenta come un anfiteatro naturale dove le viti catturano la luce del sole per trasformarla nelle caratteristiche note aromatiche del Rive di Refrontolo: fruttate, intense ed evocative. Un vigneto perfettamente integrato nel paesaggio collinare del Conegliano Valdobbiadene, riconosciuto Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO.
Oggi, con l'intera produzione della Tenuta di Refrontolo convertita al biologico, possiamo affermare che questa scelta rappresenti un atto di amore di Santa Margherita per il territorio. Entrambi questi vini, quindi, sono il risultato di un impegno costante verso la sostenibilità ambientale e la produzione di vini di alta qualità nel totale rispetto della natura.